Escludendo nuove ondate della pandemia, la ripresa in atto in Europa dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi. Già a fine 2021 molte economie europee avranno recuperato le perdite causate dal COVID, ma non l’Italia dove il ritorno ai livelli pre-Covid non avverrà prima del 2022.
Le prospettive immediate rimangono relativamente favorevoli; la campagna di vaccinazione procede a ritmi serrati ed il governo Draghi dovrebbe ottenere a breve le prime tranche degli aiuti comunitari previsti dal Recovery Plan. I problemi dell’Italia però precedono la crisi del COVID e la vera svolta per il nostro paese si avrà quando verranno finalmente risolti i nodi strutturali che ne hanno bloccato la crescita da decenni.
La sospensione del Patto di Stabilità e la disponibilità di ingenti risorse comunitarie offrono all’Italia una grande occasione per finanziare gli investimenti necessari per modernizzare le infrastrutture fisiche ed immateriali del paese.
Inoltre, gli incentive europei potrebbero consentire all’Italia di effettuare finalmente quelle riforme strutturali la cui assenza ha ostacolato la crescita negli ultimi decenni. Si tratta soprattutto di rendere più efficienti quelle istituzioni (giustizia, P.A., istruzione, etc.) che costituiscono la premessa per lo sviluppo di un’economia moderna.
Ovviamente è prematuro azzardare previsioni sul successo di un programma, che richiederà diversi anni ed una continuità di intenti non sempre compatibile con le turbolenze della politica italiana. Comunque, prevale la consapevolezza che l’occasione attuale è veramente epocale e che un insuccesso potrebbe compromettere non solo lo sviluppo ma anche la tenuta sociale del paese.
La ritrovata alleanza tra Stati Uniti ed Europa.
Bisogna avere l’intuizione di vedere le cose che non si vedono, dietro la realtà. Detto ciò, nonostante il riavvicinamento politico intrapreso da Biden, non facciamoci trascinare dall’entusiasmo, non tutti i problemi tra Stati Uniti e Europa spariranno. Potrebbero essere trattati diversamente, in maniera migliore, ma comunque per il momento rimangono. Non pensiamo che, siccome Biden ha riscoperto l’Europa, abbiamo risolto i problemi.
Il problema per l’Europa è che, pur avendo tutti i requisiti per essere una delle tre superpotenze sulla scena mondiale, ci autolimitiamo perché non mettiamo assieme e non assumiamo una posizione comune che ci permette di emergere.