Le persistenti tensioni presenti tra Russia e Ucraina continuano a tenere in tensione i mercati globali, e le materie prime energetiche probabilmente sono al centro di queste problematiche. L’elevata dipendenza dell’Europa dall’import di energia in generale (tra l’altro circa il 40% delle forniture di gas provengono dalla Russia) pone sul terreno questioni sia di breve che di lungo periodo, in quanto non è oggettivamente pensabile che il continente si possa rendere autonomo nell’arco di pochi mesi o pochi anni. Ad oggi stiamo ovviando al problema contingente con la parziale sostituzione delle forniture russe con l’acquisto di LNG prevalentemente dagli USA, che sono ben lieti di piazzare il loro gas a prezzi decisamente ancora elevati. Le quotazioni del gas presso l’hub olandese (TTF) oscillano tra 70 e 80 €/MWh, seguito in fedele fotocopia dalle quotazioni segnate in Italia presso il PSV, mentre il PUN (media giornaliera) si attesta tutt’ora sopra 200 €/MWh. Quindi possiamo dire che nonostante le tensioni geopolitiche i prezzi stanno cercando un loro equilibrio, agevolati in questo anche dalle condizioni meteo che in Europa continuano ad essere miti e favorevoli.