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Speciale USA. View macroeconomica post elezioni a cura di Arrigo Sadun.

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Arrigo Sadun
(Chief Economist FARO Club)

L’esito delle recenti elezioni americane ha permesso ai Democratici di conquistare la Casa Bianca, la Camera ed il Senato. Queste vittorie (seppur di misura) aprono la strada al più ambizioso programma di ingegneria sociale dai tempi della “Great Society”. Le probabilità che i risultati auspicati siano largamente inferiori alle attese sono molto elevate. Ancora peggio c’è il rischio che le politiche “transformational” arrechino gravi danni all’ economia USA riducendo permanentemente il potenziale di crescita.

Teoricamente le ambizioni dei “progressisti” potrebbero trovare un freno nelle maggioranze parlamentari molto risicate; una decina di voti alla Camera ed il voto tie-breaker del Vicepresidente al Senato. Inoltre, molte decisioni al Senato richiedono la maggioranza qualificata del 60%. In realtà il bilanciamento dei poteri è molto più precario in quanto un utilizzo spregiudicato delle procedure parlamentari potrebbe facilmente aggirare tali limitazioni. 

Resta da vedere se il nuovo Presidente che aveva promesso uno spirito di riappacificazione e di compromesso sarà in grado di resistere alle pressioni degli elementi più radicali del suo partito. Le speranze di moderazione normativa sono quindi affidate al timore di un backlash dell’elettorato, che è prevalentemente centrista e moderato, alle prossime elezioni di “mezzo termine” del 2024; ma due anni in politica sono una eternità.

Il Presidente Biden ha già annunciato che le priorità nei suoi primi 100 giorni di governo saranno quelle di eradicare la pandemia e sostenere l’economia fino a quando si potrà tornare ad una situazione di normalità. È molto probabile che questi obiettivi siano raggiunti. Per contro le riforme “trasformazionali” proposte dai Democratici rischiano di frenare il potenziale di crescita dell’economia USA nel medio, lungo-periodo, ricreando la situazione di “secular stagnation” prevalente nel periodo pre-Trump. 


I Democratici hanno vinto le elezioni presidenziali ed ottenuto maggioranze alla Camera ed al Senato; quali sono le implicazioni per l’Agenda politica di Biden?

Il controllo del Senato (seppur in misura limitata) sposta l’equilibrio politico del paese verso posizioni ancora più radicali. Qualora avessero mantenuto il controllo del Senato i Repubblicani sarebbero stati in grado di bloccare le politiche più controverse della nuova Amministrazione, influire sulla scelta dei collaboratori più stretti del Presidente ed esercitare stringenti controlli sull’esecutivo tramite le commissioni parlamentari; tutti questi strumenti adesso non sono più disponibili. Inoltre, la scomparsa di Trump dalla scena politica e le lacerazioni interne al partito Repubblicano offrono ulteriore spazio di manovra ai Democratici.  


Cosa succederà al trumpismo senza Trump?

In realtà il “trumpismo” è la forma più recente del movimento populista che da tempo si è radicato nel partito repubblicano e che lo hanno spinto ad abbandonare alcune delle sue tradizionali posizioni; libero scambio, responsabilità fiscali, riduzione dei poteri pubblici nell’ economia, etc.  Mentre l’establishment dei Democratici si è spinto sempre più verso posizioni radicali di sinistra negli ultimi decenni, i Repubblicani hanno conquistato fasce di elettori democratici sostenendo politiche economiche e sociali più tradizionali. Quindi il “trumpismo” come movimento politico continuerà anche quando Trump sarà uscito definitivamente dalla scena politica. 

Le probabilità che il “trumpismo” diventi un terzo partito distinto dai Repubblicani sono molto remote; piuttosto, la vera questione è in che modo il GOP riuscirà ad incorporare le istanze dei populisti con le tradizioni storiche dei Repubblicani: libero commercio, moderazione fiscal, ruolo delle amministrazioni locali, etc. 


Quale saranno le priorità dell’Amministrazione Biden? 

Le priorità’ della nuova Amministrazione saranno rivolte a debellare la pandemia e mitigarne l’impatto sull’ economia. Biden ha già annunciato come priorità dei suoi primi 100 giorni di governo un Piano anti-COVID di circa $ 1,9 trln. di cui circa la metà per sostenere il reddito delle famiglie e delle imprese. Il resto comprende finanziamento per accelerare la diffusione del vaccino e per sovvenzionare molte amministrazioni locali in difficoltà di bilancio ben prima del COVID. 

Facendo sua una proposta originariamente avanzata da Trump, I Democratici proporranno di aumentare I sussidi cash da $ 600 a $ $2,000 per persona ed altre misure di sostegno alle famiglie ed imprese.

Il nuovo programma di sostegno fiscale non trova una copertura finanziaria in quanto le proposte di riforma fiscal sono rimandate ad un secondo tempo, quando Biden presenterà l’insieme del suo Progetto “Build Back Better” che si propone di attuare un vasto programma di spese pubbliche per infrastrutture, per la trasformazione del settore energetico e la conservazione dell’ambiente. Queste spese dovrebbero essere coperte, in parte, con l’abrogazione della riforma fiscale attuata da Trump ed inasprimenti fiscali a carico delle aziende, del settore finanziario e dei contribuenti più abbienti. Gli inasprimenti fiscali per le aziende si aggiungono ad una nuova ondata di provvedimenti amministrativi (aumento minimo salariale, benefici aziendali a favore dei dipendenti, ri-classificazione di alcune categorie di collaboratori autonomi, obbligo di fornire assicurazione medica, etc.). L’impatto di queste misure sulla profittabilità delle PMI e sull’ occupazione sarà notevole. Si stima che circa 2/3 dell’accelerazione della crescita registrata durante l’Amministrazione Trump prima del COVID derivi dall’insieme di queste misure pro-business. 


[L’articolo completo e’ riservato ai membri FARO Club]

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