ENERGIA - RINNOVABILI

Produzione di energia da fonti rinnovabili: strategie e sfide future per l’Italia
La transizione energetica in Italia verso il 2030 e il 2050: gli obiettivi e gli assi principali di azione sono fissati dal PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. A luglio 2023 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MATTM) ha inviato alla Commissione Europea una proposta di aggiornamento del PNIEC 2019.
Che ricadute può quindi avere sul sistema economico e produttivo dell’Italia la transizione energetica delineata nel PNIEC 2023?
Le aree principali della transizione energetica in Italia su cui verte il PNIEC sono: decarbonizzazione; energie rinnovabili; efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno; ricerca, innovazione, competitività. Lo stato al 2021 dei principali indicatori energetici ed emissivi in Italia e le previsioni al 2030 in base alle politiche vigenti evidenziano ritardi rispetto agli obiettivi 2019. Per esempio, le fonti rinnovabili al 27% vs obiettivo 30%, il consumo finale di petrolio di 109 milioni di tonnellate vs obiettivo 104.
Certamente, rispetto al 2019, il contesto di riferimento oggi è profondamente cambiato con la pandemia, il crollo e poi la ripresa dell’economia mondiale, gli shock dei prezzi di energia e materie prime, la guerra in Europa orientale.
In particolare, secondo l’analisi del MATTM, le dimensioni della sicurezza energetica e della velocità del processo di decarbonizzazione si sono rafforzate con i piani di investimento straordinari del RePowerEU e del Pnrr in Europa. Ma ritardi si registrano sulle energie rinnovabili, anche a causa dei tempi ancora molti lunghi per le autorizzazioni di nuovi impianti. Mentre il processo di decarbonizzazione dovrà essere velocizzato non solo nei settori industriali più energivori (hard-to-abate) legati agli obiettivi ETS (Emission Trading Scheme), ma anche in quelli ESR (Effort Sharing Regulation) quali trasporti, civile residenziale, agricoltura, rifiuti, piccola-media industria.
Il processo di aggiornamento del PNIEC 2023 si basa su un approccio tecnologicamente neutro per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica in Italia. Il PNIEC prevede un’accelerazione in particolare su fonti rinnovabili elettriche, produzione di gas rinnovabili (idrogeno, biometano) e biocarburanti come l’HVO (olio vegetale idrotrattato), ristrutturazioni edilizie, elettrificazione dei consumi finali (pompe di calore), diffusione veicoli elettrici e politiche per la riduzione della mobilità privata; CCS (cattura, trasporto e stoccaggio della CO2).
Particolare rilevanza, con relative critiche da parte di think tank e associazioni ambientaliste e pro-energie rinnovabili, è data anche all’obiettivo di far diventare l’Italia un hub del gas nel Mediterraneo, rafforzandone le infrastrutture di ricezione, trasporto e stoccaggio secondo una logica di diversificazione delle fonti, del rischio e delle tecnologie energetiche.
La recente decisione del governo italiano di spostare dal PNRR su altri fondi le fonti di finanziamento per 15,9 miliardi di euro di interventi, molti dei quali legati ad obiettivi di transizione energetica, aumenta l’importanza del RePowerEU, che arriva a un valore di oltre 19 miliardi di investimenti.
Lo scenario 2030 delineato dal PNIEC, elaborato secondo un modello standard input/output basato su matrici Istat delle interdipendenze tra 63 settori economici con dati del 2019, sintetizza le seguenti variazioni per il periodo 2023-2030 rispetto a quanto avverrebbe per la transizione energetica in Italia nello scenario a politiche correnti:
– Maggiori investimenti per 27,2 miliardi di euro, di cui 8,9 miliardi nel residenziale, 1,5 miliardi nel terziario, 0,3 nell’industria, 10,6 nei trasporti, 5,4 nel sistema elettrico, 0,2 nei sistemi di accumulo.
– Contributo addizionale medio annuo di 13,6 miliardi di euro alla creazione di valore aggiunto, in particolare nel residenziale (5,9 miliardi) e nei trasporti (3,3 miliardi)
– Aumento di 191mila occupati temporanei medi annui (ULA – unità di lavoro dirette e indirette, cioè quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno), tra cui +22mila nelle energie rinnovabili e -3600 nelle fossili.
Il Fondo per la Transizione Giusta (JTF) per le politiche di coesione sociale Ue, previsto dall’European Green Deal a supporto dei territori che affrontano le sfide della transizione energetica, ha individuato come aree più colpite in Italia la Provincia di Taranto e il Sulcis-Iglesiente. I Piani Territoriali con fondi FESR e FSE+ prevedono interventi in tre ambiti principali:
– Incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e risanamento territoriale.
– Diversificazione economica con attività green, agricoltura, turismo ed economia marina sostenibile.
– Formazione e riqualificazione del personale con competenze green.