3 Luglio 2024 / EXPERIENCE

Le modifiche alla salvaguardia Ue acciaio mettono in difficoltà la filiera a valle

Il 65° Faro Club Main Meeting ha fatto il punto sui possibili effetti sulle filiere siderurgiche europee dell’aggiornamento della salvaguardia Ue acciaio. Ne ha parlato Marco Moriconi, sales director steel di Hyosung Europe.

La sorpresa degli operatori

Le clausole di salvaguardia sulle importazioni da paesi extra Ue sono state prorogate di due anni e inasprite. «Il cap del 15% per paese sulla global quote dei prodotti a caldo ha preso in contropiede gli importatori di acciaio, che non si aspettavano un aggiornamento in questi termini e con queste tempistiche», ha osservato Moriconi. «È comprensibile l’esigenza di proteggere i produttori siderurgici europei, ma queste modifiche metteranno in difficoltà i centri servizi indipendenti e gli utilizzatori finali, che vedranno un aumento dei prezzi a valle. Inoltre, nel 2026 ci sarà un periodo di sei mesi di sovrapposizione di dazi sulle importazioni e Cbam».

Gli effetti della salvaguardia Ue acciaio sui produttori di tubi

Molto colpito dalla revisione della salvaguardia Ue acciaio sarà il comparto dei tubisti, che consumano volumi rilevanti di materiale. «I grandi acquirenti di acciaio hanno necessariamente bisogno di acquistarlo da qualche parte. Pertanto i tubisti si sposteranno su Corea e India, togliendo volumi di lavoro ai centri servizi indipendenti e ai piccoli distributori. Inoltre – ha sottolineato Moriconi – al di là degli effetti immediati della salvaguardia sulle importazioni in generale e del Cbam a partire dal 2026, complessa è anche la questione delle regole sulla tracciabilità del paese di origine del materiale a causa della questione Russia».

Le criticità per l’acciaio inox europeo

Potrebbe aumentare anche l’esigenza di importare acciaio inossidabile da paesi extra Ue. Moriconi ha infatti evidenziato come in Europa nel 2024 ci siano impianti produttivi interessati da scioperi prolungati, con tempi di consegna passati da quattro settimane a quattro mesi. «Quindi si riapre la questione delle importazioni, a cui si aggiunge il problema dell’alta volatilità del nichel. Le importazioni dal Far East tengono in considerazione il prezzo puntuale del nichel, quindi quando sale occorre coprirsi finanziariamente».

Dirimente nella competizione globale è la questione della sostenibilità economica delle produzioni europee di inox se persistono prezzi bassi di mercato. «Nell’acciaio inox molto importante è la qualità estetica dei prodotti. Su questo i produttori del Far East hanno raggiunto ottimi livelli, perché utilizzano spesso impianti costruiti non più di 10/15 anni fa, quindi più recenti di quelli europei. E se i prezzi dell’inox scendono, gli europei non possono competere perché per assicurare standard elevati di qualità devono aumentare gli scarti su volumi di produzione molto più bassi rispetto ai concorrenti del Far East», ha concluso Moriconi.

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