ENERGIA - RINNOVABILI

Produzione di energia da fonti rinnovabili: strategie e sfide future per l’Italia
I rottami ferrosi torneranno nei prossimi anni a numeri ordinari come fatturato e redditività. È finita l’eccezionalità del rimbalzo post-Covid. Ma la grande sfida mondiale dell’acciaio sarà riuscire a riciclare volumi crescenti di rottami ferrosi per alimentare la transizione dal ciclo integrale con altoforno all’elettrosiderurgia.
Lo ribadisce Romano Pezzotti, presidente di Fersovere srl. Dopo il suo intervento al Kerb del 20 ottobre 2023 sul mercato fisico dei metalli industriali del 63° FARO Club Main Meeting di Bergamo, Pezzotti torna sul tema delle prospettive di mercato dei rottami ferrosi nel breve termine e della decarbonizzazione dell’acciaio nel medio-lungo termine.
L’altoforno produce circa 2,5 tonnellate di CO2 per tonnellata di acciaio. Il forno elettrico ad arco alimentato con rottame emette 150 kg di CO2 per tonnellata di acciaio. E 850 kg se alimentato con spugna di ferro. Il dato è stato sottolineato nel convegno “Acciaio: transizione ecologica tra materie prime, mercato e CBAM”, organizzato da Siderweb e Consorzio Ricrea (riciclo e recupero imballaggi in acciaio) alla fiera Ecomondo 2023 di Rimini (7-10 novembre).
In Italia oltre l’80% dell’acciaio è prodotto con forni elettrici, principalmente usando rottami ferrosi come materie prime. È la percentuale più alta in Europa. La media Ue non arriva al 40%. «Il consumo italiano di rottami ferrosi si aggira sulle 13 tonnellate annue, di cui il 75-80% raccolto a livello nazionale», spiega Pezzotti. «Anche il resto d’Europa deve correre in questa direzione, quindi la questione della disponibilità di rottami ferrosi e di preridotto da minerale (DRI – Direct Reduced Iron) sarà sempre più rilevante».
I driver come il Superbonus che hanno dato impulso all’edilizia supportando la domanda di acciaio e di rottami ferrosi si stanno esaurendo. Ma iniziano a farsi sentire i benefici del Pnrr, che dovrebbe stimolare la domanda di acciaio per la costruzione di opere pubbliche e infrastrutture energetiche. Soprattutto nella seconda metà del 2024.
Intanto la domanda di acciaio nei mercati Ue e Regno Unito continuerà a calare nel 2023, ma riprenderà nel 2024. Secondo lo Short Range Outlook di ottobre 2023 di World Steel Association, il 2023 si chiuderà con un -5,1% dopo il -7,8% del 2022. Ma nel 2024 tornerà il segno positivo: +5,8%.
In Italia il consumo nazionale 2023 segnerà -7,2%, nel 2024 tornerà a salire (+4,8%) arrivando a 24,4 milioni di tonnellate.