16 Novembre 2023 / EXPERIENCE

Mercato dell’alluminio a rilento, bene il green, estrusori italiani in over capacity

Nel mercato dell’alluminio 2023 si conferma il rallentamento di ordini, premi e redditività. L’alluminio secondario italiano in particolare soffre l’eccesso di capacità produttiva rispetto al calo della domanda europea. Ma la crescente richiesta di alluminio green, in particolare da parte dell’automotive, fa ben sperare per i prossimi anni.
Questi sono stati i trend principali dell’alluminio discussi durante il Kerb del 20 ottobre sul mercato fisico dei metalli industriali al 63° FARO Club Main Meeting di Bergamo.

L’incertezza nel mercato europeo

Dopo un 2022 chiuso con una sostanziale tenuta del mercato dell’alluminio, prosegue nel 2023 il rallentamento. Pesa molto il calo della domanda tedesca. Difficilissimo fare previsioni per il 2024. In aumento le richieste di alluminio green, trend che peserà sempre più in prospettiva.
«Oltre alla sfida green per le imprese, all’inflazione e al rialzo dei tassi di interessi, c’è il fatto che la ricerca di autonomia nell’approvvigionamento di alluminio da parte della Cina implica un’ondata di nuove offerte verso l’Europa da parte di chi non torva più sbocchi a Pechino. Il risultato – osserva Paolo Menossi, presidente di Global Consulting Team – è un quadro di estrema incertezza, nel quale fra gli europei c’è chi soffre e chi contiene le perdite. Di questo secondo raggruppamento fanno parte gli estrusori tedeschi, per ragioni precise: hanno una capacità produttiva inferiore al fabbisogno reale e quel che manca lo importano mettendo in gara fra loro fornitori italiani, turchi, spagnoli. Ora che il mercato langue riescono a indirizzare la domanda con le produzioni locali, e soffrono le imprese fornitrici estere».

L’eccesso di capacità produttiva degli estrusori italiani

Roberta Maroni, sales manager di Hydro Aluminium, condivide l’analisi di Menossi sul mercato dell’alluminio. «I clienti estrusori di Hydro hanno visto il loro carico d’ordini passare dalle classiche tre-quattro settimane a sette-otto mesi. Da trimestrali i contratti sono diventati per lo più mensili e la costante discesa dei prezzi e dei premi suggerisce di restare su posizioni attendiste. È arduo immaginare che si possano avvistare le prime luci fuori dal tunnel prima della seconda metà del 2024. Le presse installate in tempi recenti lavorano poco, così da non giustificare gli investimenti fatti. E si intensifica la concorrenza per via delle summenzionate scelte di politica industriali cinesi. Tagliare la capacità produttiva (per taluni estrusori si pronosticano riduzioni del 30-40%) – sottolinea Maroni – può rivelarsi la scelta più vantaggiosa, rispetto alla guerra dei prezzi contro i fornitori extraeuropei».

Le novità su alluminio riciclato e Cbam

Mauro Cibaldi, presidente e amministratore delegato di Deral spa , pone il focus sulle trasformazioni in chiave green del mercato dell’alluminio in Europa. Attendibili rumour da EEA – Europen Aluminium Association riferiscono che presto si dovrà certificare un quantitativo minimo di alluminio riciclato pre o post-consumo per ogni autovettura prodotta. Secondo Cibaldi questa non è una cattiva notizia per l’Italia, che del riuso è un alfiere. Anche se non si potrà far conto sul solo rottame, dato l’ampio ventaglio di applicazioni del materiale.
«Anche rispetto agli obiettivi del Cbam, italiani ed europei dovrebbero essere tutelati realmente e a livello istituzionale da una concorrenza che vincoli ambientali non ha», auspica Cibaldi. «Dalla Cina piovono autoveicoli, e non solo, a prezzi più che competitivi e ipotizzare l’imposizione di dazi su prodotti finiti di questo tipo non dovrebbe sembrare blasfemo, Qui però le ragioni dell’industria si scontrano però con le tempistiche bibliche di Bruxelles. L’Europa dovrebbe prendere esempio dagli Usa, dove per esempio le autorità stanno provvedendo a una ferrea selezione degli estrusori e fornitori esteri in materia di criteri di trasparenza, e imparare a tutelare meglio la sua manifattura».

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